I siti web 2.0 limitando, se non azzerando in certi casi, la necessità di conoscenze informatico/tecniche, fanno sì che ogni utente collegato alla rete sia potenzialmente in grado di produrre propri contenuti in rete.
Va da sé che, se si vuol recuperare successivamente il “lavoro” svolto, il passo successivo sia un’organizzazione di questi contenuti (foto, video, news o entry di blog ecc..).
Si crea quindi una folksonomia ovvero un sistema di classificazione creato dagli stessi utenti/fruitori della rete attraverso un sistema di etichette o tags che vengono poi condivisi, aggiornati e rivisti.
Il difetto principale del sistema folksonomico, dal punto di vista della condivisione e fruibilità da parte di altri utenti, è che i tag sono spesso ambigui, troppo personalizzati e inesatti anche se c’è chi sostiene che servano principalmente ad aiutare lo specifico utente che li propone.
I tags infatti non sono creati da specialisti dell’informazione quindi non possono seguire alcuna linea guida formale ubiqua. Ciò significa che le voci possono essere categorizzate con qualsiasi parola che definisca una relazione tra la risorsa online e un concetto che è possibile rintracciare unicamente nella mente dell’utente.
Quindi consumer is the king ma il consiglio che farei a tutti gli etichettatori è di pensarci bene prima di inserire un tag!
Ottimizzare/migliorare la qualità dei propri tagpotrebbe renderli riutilizzabili come parole chiave ricercabili da altri utenti migliorando non poco la rintracciabilità dei vostri contenuti…
Ecco perché il tagging, ovvero il processo di etichettatura, di cui si sente tanto parlare è così importante!
Se volete alcuni consigli per i vostri tag eccove qua alcuni ripresi da un interessante ricerca condotta da Robin Good:
Concludendo, la domanda da porsi è se sia preferibile avere dei tags popolari (ma forse non immediatamente intuitivi), oppure avere una più ampia diffusione di tags relativamente poco comuni ma che garantiscano una riflessione possibilmente più accurata o una più larga diffusione dei diversi punti di vista. Nelle folksonomie come altrove, la probabile risposta è “dipende“.
Complimenti Paolini bell’articolo. Stai diventano un professore di internet.